La mia infanzia
Fin dai primi anni di vita ero una bambina molto seria, perseverante e con tanta voglia di studiare.
Ero la prima nell'asilo che ha imparato a leggere e mi ricordo che la nostra istruttrice mi chiedeva di intrattenere gli altri bambini leggendo le favole, mentre lei usciva a fare le sue cose...
Ho imparato presto anche a non annoiarmi mai, neanche quando mi lasciavano a casa da sola.
In effetti, da bambina non avevo tanti compagni da gioco, perché i miei fratelli erano molto più grandi di me e li vedevo a casa raramente. Per questo motivo mi intrattenevo a casa, inventando le favole, leggendo e disegnando. A partire da 5 anni ho cominciato a frequentare anche la scuola musicale, la quale per 12 anni successivi costituirà la parte molto importante nella mia vita... Al tempo suonavo pianoforte e cantavo nel coro.
Sono andata a scuola a 6 anni. Siccome mi piaceva studiare, sono subito diventata l'allieva preferita di tutti i miei insegnanti.
Per quello che riguarda il mio carattere nella scuola, mi ricordo che ero una bambina "ribelle" che si sentiva "quasi un maschio" e che "combatteva in nome della giustizia".
In poche parole, mi piaceva fare a pugni con i ragazzini-maschi, che molestavano i bambini più piccoli.
In questo periodo ho avuto "2 amiche di cuore", Elena e Eugenia, con le quali ho condiviso molte avventure e le nostre prime platoniche storie affettive.
All'età di 11 anni i miei genitori hanno deciso di trasferirsi in Polonia, dove lavorava il mio papà. Questo presupponeva che io dovevo lasciare tutto il mio ambiente, tutti i miei amici per buttarsi nel mondo sconosciuto ed estraneo. Ero molto infelice di questa decisione dei miei, ma ovviamente dovevo ubbidire a loro.
Il mio primo anno in Polonia è stato per me un vero e proprio incubo.
Innanzitutto, dovevo frequentare la scuola, non avendo neanche la conoscenza base della lingua polacca. Perciò, senza la mia volontà, da allieva modello come era in Bielorussia, sono diventata allieva scarsa con i voti bassi che capiva appena 10% di quello che raccontavano gli insegnanti.
La seconda cosa, era la difficoltà di inserirsi in un contesto tanto diverso dal mio bielorusso.
I ragazzi polacchi mi prendevano in giro, ridevano dal mio modo di vestire, dai panini che mi preparava la mia mamma, dal mio modo di parlare e comportarmi.
Per questo motivo, molto presto, sono diventata una bambina introversa, timida e depressa.
Il mio sogno più grande era quello di maturare più velocemente possibile e di tornare nella mia patria...