La mia infanzia
Era una splendida domenica di sole il 29 maggio del 1977  e da qui inizia la mia storia. Via Palermo 25 la mia prima casa dove ho trascorso la mia fanciullezza giocando nel grande terrazzo dove facevo di tutto… pattini, bicicletta calcio… giochi nel vaso dei fiori della mamma
La scuola materna dalle suore Canossiane, in piazza Venezia.
Ero molto mammone e la mattina era sempre una tragedia lasciarmi lì: la mamma mi accompagnava fino in aula… poi la riaccompagnavo fino alla porta… poi lei mi riaccompagnava in aula… poi io di nuovo fino alla porta… Ricordo con affetto suor Odilia che mi ha insegnato tante cose e con la quale ho fatto tanti piccoli lavoretti a mano che conservo ancora. Conservo ancora anche i “cocci” di tante opere d’arte fatte da me e che stavano sullo scaffale in camera mia che un bel giorno fece “ssddhhhrraamm” cadendo a terra… quanti pianti vedendo tutte le mie creazioni distrutte!!
Dopo l’asilo le scuole elementari alle “Nicolodi” a pochi passi da casa mia. All’epoca ero già molto alto, quindi il mio posto nella classe era negli ultimi banchi, quelli verso la finestra, assieme al mio inseparabile compagno di banco Nicola Segatta. In prima la maestra Renata Ferrari e poi per gli altri 4 anni la maestra Marisa Cristofolini a cui sono molto affezionato e che sento e vedo tutt’ora.Tra gli eventi importanti c’è poi la nascita di mio fratello! Quando avevo 6 anni!
Oltre la scuola le mie giornate erano piene di altri impegni extrascolastici e hobbies che mia mamma mi ha sempre spronato a coltivare. Anzitutto “I Minipolifonici” col maestro Nicola Conci e sua moglie Leo che per premiare che faceva giusto il dettato musicale usava un simpatico timbrino raffigurante un leone. Ero nel coro delle voci bianche e sono finito perfino a Milano alla scala a cantare nei “Carmina Burana”. Con Nicoletta Bonvecchio le mie lezioni di chitarra… fino al traguardo dell’esame dei V° e con Annalia Nardelli l’esame di teoria e solfeggio e le lezioni di armonia. C’era poi il calcio, sia nel cortile di casa col mio amichetto Alessandro Azzari sianei pulcini della Bolghera.
E poi ancora il nuoto, lo sci nel “Marzola” e poi nel “Podio”, i corsi di pittura della scuola… insomma non avevo proprio il tempo per annoiarmi. Ad accompagnarmi a tutte queste attività, nonchè ad accompagnarmi nei miei primi 16 anni di vita c’è la tata Wilma, quasi una seconda mamma che si è presa cura di me con amore e dedizione. Tanti sono stati anche i giorni trascorsi con il nonno Attilio e la nonna Carmela ad Aldeno. La nonna mi preparava la “bina” con la bondola e poi salivo sul trattore del nonno o sulla 127 rossa e si andava alla “Gorga” oppure ai “Saconi” in campagna. Guardavo e imparavo prendendo dal nonno l’amore per la campagna. Poi ci si fermava a fare merenda e dietro il “casot” di legno c’era il vino in  fresca da andare a prendere… Nella casa dei nonni vivevano anche i bisnonni Anna e Giacobbe che ho avuto la fortuna di conoscere.